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SELLO DE LOS LUGARES SANTOS “Bolla dei Luoghi Santi”

SELLO DE LOS LUGARES SANTOS “Bolla dei Luoghi Santi” Es una imagen que repartian los monjes de un convento de Palermo Sicilia.

Yo herede este Sello de mis abuela, hasta los años 76 estos monjes visitaban su casa, siempre en el mes de Septiembre, despues del año 1979 no sabria decirles porque los monjes misioneros no pasaron mas por Rosolini Siracusa,en la epoca de guerra eran visitadas por los monjes y en su visita dejaban una imagen, esta imagen tiene un sentido de proteccion a las TEMPESTADES, TORMENTAS, VIAJES Y CATASTROFES NATURALES.

"La bolla dei luoghi santi", antichissimo rimedio contro i temporali.

Se les llama :el remedio de las Tormentas. Es usado como un protector cuando en la Isla (SICILIA) hay tormentas fuertes o erupciones de volcanes.

Estuve investigando un poco en Internet sobre este SELLO, no hay mucha informacion ya que quien posee este Sello, lo tienen desde hace muchisimos años, Si bien muchisimos Sicilianos Utilizan al Sello a la hora de  temporales, o cuando se van de viaje, (se pone sobre una mesa y se le pide que proteja ese lugar).

Mi mama me cuenta que dicen los antiguos que quien tenia en sus manos un SELLO estaba resguardado de todo mal. Sera por eso que aun se conserva un poco marron y añejo el papel.

adjunto un escrito que encontre en un blog. esta en italiano, dice que desde los años 1970 los monjes no visitan mas el pueblo de Palazzolo, Sicilia.

"La bolla dei luoghi santi", antichissimo rimedio contro i temporali.

Imprime la imagen para ti.

Non passa più il monaco con la “Bolla dei Luoghi Santi”

I Frati di Terrasanta, per abbondanza di acciacchi e per scarsezza di vocazioni, sono stati costretti a rinunciare al porta a porta

PALAZZOLO. Non passa più il monaco con le Bolle. Era settembre il mese in cui ogni anno, a Palazzolo, girava per le strade il frate dell’Ordine Francescano di Terra Santa, proveniente dal convento di Palermo, sede del Commissariato per la Sicilia. 

Aveva il compito, assieme agli altri confratelli in giro in tutti i centri dell’isola, di rinnovare di casa in casa le iscrizioni alle messe perpetue di Gerusalemme in suffragio dei Defunti. A partire dai primi anni ’70, però, incominciò ad arrivare al domicilio dei benefattori residenti nei centri più lontani dalla sede palermitana, la seguente lettera standard: “Carissimi Benefattori, sono vari anni che i nostri fratelli di Terra Santa non vengono a trovarvi nelle vostre case per il rinnovo annuale delle iscrizioni alle Messe Perpetue di Gerusalemme. Avete atteso con pazienza, di anno in anno, il loro ritorno e non sono venuti e né potranno venire. Sapete: il tempo passa ed i nostri Fratelli da voi conosciuti si sono fatti vecchi e pieni di acciacchi; per questa ragione non possono venire e nuovi e giovani non ce ne sono. Abbiamo pensato di raggiungervi con il “Servizio postale”il solo mezzo oggi a nostra comune disposizione… Pace e bene!”.

 I Frati Minori del Commissariato di Terra Santa in Sicilia, per abbondanza di acciacchi e per scarsezza di vocazioni sono stati costretti a rinunciare al porta a porta dei loro Fratelli collettori e a convertirsi ai servizi postali, a cui, tuttora, affidano la loro campagna di rinnovo delle iscrizioni.

 

A Palazzolo

L’ultimo frate questuante che veniva abitualmente a Palazzolo era persona umile, gentile, sorridente, di poche parole. Il suo viso era diventato familiare ai benefattori e al resto dei Palazzolesi che ormai ogni anno, a fine estate, erano abituati a vederlo per le strade e i vicoli del paese. Indossava il saio dell’Ordine con la croce di Gerusalemme con le punte a tau, una bisaccia a spalla e un paio di sandali. Annunciava il suo passaggio con una campanella e le donne si facevano trovare sull’uscio pronte a rinnovare le offerte per le Messe Perpetue in Terra Santa. Ad ogni benefattore il buon frate rilasciava, a mo’ di quietanza, la “Bolla dei Luoghi Santi” e quindi registrava l’offerta in un notes che elencava tutti i nomi delle famiglie iscritte. Dalla bisaccia, a richiesta, tirava fuori pure crocifissi, medaglie, rosari e ricordini vari. La sera cenava e pernottava nel locale Convento dei Cappuccini. L’indomani, ritemprato, era pronto ad un’altra lunga e faticosa scarpinata per le strade di Palazzolo. E così per tutto il mese di settembre.        

 

A bbulla re loca santa

La Bolla originariamente era il documento papale contenente le indulgenze e le dispense concesse ai partecipanti alle Crociate per liberare il Santo Sepolcro e i Luoghi Sacri dai Turchi e dai Saraceni. Cessate le spedizioni in Terra Santa, i Papi continuarono ad emanare Bolle, questa volta con lo scopo di raccogliere proventi per riscattare i cristiani schiavi degli infedeli. Entrati i Francescani in possesso dei Luoghi Santi, Clemente VI nel 1333 con una Bolla li dichiarò ufficialmente custodi e rappresentanti dei diritti del mondo cristiano su detti Luoghi. Benedetto XIV, con Breve del 17 giugno 1750, concesse poi “l’Indulgenza Plenaria in  “Articulo mortis” per la remissione di tutti i peccati a coloro che si provvedevano della Santa Figliolanza, ai benefattori e a tutti gli iscritti alla benemerita Pia Opera.

 

 

La Bolla della Santa Crociata, diventata Bolla dei Luoghi Santi, ancora oggi continua ad essere distribuita anche se per via postale a tutti i benefattori che contribuiscono con le loro offerte al mantenimento dei frati minori ed alle strutture affidate e gestite in Terra Santa: conventi, chiese, scuole, collegi, orfanotrofi, case di riposo ecc. Proprio lo scorso anno, nel mese di settembre è stato ospite a Siracusa il parroco della basilica della Natività di Betlemme, il francescano Amjad Sabbara. Il frate era reduce dei drammatici quaranta giorni di assedio, da parte dei soldati israeliani, vissuti all’interno della stessa Basilica assieme ad alcuni terroristi palestinesi. In quella occasione la Diocesi e i Siracusani hanno contribuito ad alleviare in modo concreto i gravi disagi economici che stanno vivendo quelle popolazioni.       

La Bolla benedetta dei Luoghi Santi nella cultura popolare è stata sempre considerata una sorta di amuleto taumaturgico, sicuramente il migliore deterrente per scongiurare le tempeste e tutti “i flagelli della divina Giustizia”. Un tempo era immancabile in tutte la famiglie fissata sul retro della porta d’ingresso assieme all’altrettanto immancabile ferro di cavallo (della zampa anteriore, però, in quanto:“Ferru d’avanti, la casa va avanti. Ferru d’arreri, la casa va n’arreri”) con nastro rosso.

La Bolla, altrimenti detta la Figliolanza (leggi: offerte in cambio di indulgenze e di messe per vivi e defunti), è efficacissima anche nei momenti di pericolo sol che si reciti: Sanctus Deus, Sanctus fortis, Sanctus immortalis. Veniva anche portata addosso, specialmente dalle donne del popolo, dentro il sacchitieddu re cosi santi appeso al collo, e da mulattieri e viaggiatori timorati di Dio. In un canto d’amore, raccolto da Serafino Amabile Guastella sul finire dell’Ottocento, l’innamorato dice alla sua donna: “Rammi lu to curuzzu, ‘ammillu a mmia; / Ppi ddòmina lu tiegnu e ppi diamanti / Mi scanza ri timpesti e malabbìa. / Quomu la bbulla di li locasanti …” (Dammi il tuo piccolo cuore, dallo a me; / Per medaglia (del Rosario) lo tengo e per diamante / Mi libera dalle tempeste e dal viaggio pericoloso. / Come la Bolla dei Luoghi Santi…).

Nella Bolla recapitata annualmente ai benefattori, di dimensioni ridotte rispetto a quella che consegnava brevi manu il frate collettore, ancora oggi, campeggia al centro la scena di Cristo crocifisso con le seguenti invocazioni in latino: “Cristo Vince! Cristo Regna! Cristo impera! Cristo difendici da tutti i mali! Liberaci dai nostri nemici! Abbi misericordia di noi!”. Sotto il Calvario, al centro c’è l’ occhialone del Santo sepolcro. Ai lati vi sono altri otto riquadri con raffigurati gli altri Luoghi Santi dove Gesù s’incarnò, nacque e si trasfigurò, tenuti in grande venerazione dai Cristiani fin dai primi tempi della Chiesa.

 

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